Project Description

Titolo del progetto

Oncologia genetica e counselling infermieristico: una porta aperta sul futuro?

Autori e provenienza

T Campanelli, E Caimmi, G Casavecchia, C Gasparoli, ML Iadarola, P Longo, R Mencarelli, L Roberti, R Bracci, R Mattioli (Direttore) – UOC Oncologia Medica, Ospedale S Croce, AORMN- Fano

Descrizione del progetto

L’Oncogenetica è una nuova branca dell’Oncologia dedicata alla componente ereditaria delle malattie tumorali ed ha come scopo principale quello di sviluppare misure diagnostiche, terapeutiche e preventive per i soggetti a rischio.
Tra tutti i tumori circa il 3-10% dei casi è attribuibile a una forma eredo-familiare. Un tumore viene definito su base ereditaria quando la sua insorgenza è dovuta ad una mutazione genetica in geni altamente penetranti, trasmessi principalmente con tratti autosomici dominanti dai genitori ai figli.
Le mutazioni presenti nei genitori hanno il 50% di probabilità di essere trasmesse alla prole.
I portatori di mutazione genetica non ereditano il tumore dovuto a quell’alterazione, ma solo il rischio più elevato (solitamente >50%) di sviluppare quella neoplasia rispetto alla popolazione generale.
La maggior parte degli studi condotti in questo campo si è concentrata sui più comuni tumori ereditari, il cancro della mammella e dell’ovaio, dovuti a mutazioni dei geni BRCA 1 e BRCA 2 che si associano alla “Hereditary Breast/Ovarian Cancer Sindrom (HBOC)” e quelli del colon- retto e dell’endometrio, correlati a mutazione dei geni del cosiddetto “mismatch-repair” (i più frequenti: MLH1-MSH2-MSH6) che configurano la cosiddetta Sindrome di Lynch o “Hereditary Non-Polyposis Colorectal Cancer (HNPCC) Sindrom”.
La stima del rischio oncologico e della predisposizione familiare-ereditaria viene discussa in sede di consulto specialistico (counselling oncogenetico), in cui uno specialista effettuerà una valutazione clinica del caso, ripercorrendo la storia personale e familiare del paziente, per raccogliere informazioni almeno fino al II grado di parentela e in caso risulti appropriato, effettuare il test genetico.
In Italia, non esiste ancora un riconoscimento del ruolo del consulente genetico o dell’infermiere genetico.

Obiettivi del progetto
Con questo lavoro si vuole valutare l’efficacia dell’intervento del personale infermieristico nell’invio a counselling genetico di pazienti non selezionati afferenti ad un day hospital oncologico.
Lo studio è stato condotto nel reparto di Day Hospital di Oncologia del presidio di Fano, dell’Azienda Ospedaliera Marche Nord. I soggetti coinvolti nello studio sono tutti i pazienti afferenti al servizio nel periodo agosto-settembre 2018.
Criteri di inclusione: tutti i pazienti con diagnosi di tumore in trattamento chemioterapico o con farmaci biologici.
Criteri di esclusione: non diagnosi certa, non conoscenza dell’italiano scritto, presenza di deficit cognitivi.
Sulla base delle esperienze già presenti in letteratura e dei requisiti pubblicati dalle linee guida internazionali è stato costruito un questionario di valutazione di familiarità.
Il questionario si divide in 3 Schede: Scheda A, Scheda B e Scheda C. La Scheda A presenta V sezioni.

  • La prima sezione valuta l’interesse dell’utente ad effettuare una consulenza genetica
  • La seconda sezione raccoglie i dati anagrafici dell’utente
  • La terza sezione riporta informazioni sulla tipologia di tumore per il paziente è in cura e l’età della diagnosi, che serviranno per capire chi includere e chi escludere dallo studio.
  • La quarta sezione, valuta la presenza di familiarità e dei requisiti necessari per l’invio a consulenza.
  • La quinta sezione presenta una parte a libera compilazione in cui l’utente può elencare i parenti dal lato paterno, dal lato materno, o parenti di primo grado

La Scheda B individua i criteri di invio a consulenza per la Sindrome HBOC. La Scheda C individua i criteri di invio a consulenza per la Sindrome HNPCC.
Il primo questionario è stato somministrato a tutta la popolazione per valutare età, genere, livello d’istruzione, tipo di tumore e poterli correlare all’eventuale interesse per la consulenza genetica.
Sulla base del primo questionario sono stati poi stratificati:

  • gruppo possibile sindrome HBOC;
  • gruppo possibile sindrome di Lynch (HNPCC);
  • gruppo pazienti che non rispondono ai criteri per HBOC o Lynch ma avendo una forte familiarità necessitano di valutazione ulteriore;
  • non familiarità;
  • non interessati al test;
  • consulenza genetica già eseguita in precedenza.

Il questionario è stato sottoposto a 120 pazienti, di cui 90 (75%) hanno accettato di compilarlo, mentre 30 (25%) si sono rifiutati. In questo studio è emerso un atteggiamento positivo da parte delle persone nei confronti del counselling e dei test genetici. Quasi la metà dell’intero campione contattato (49,2%) era interessato (nella maggioranza dei casi molto interessato) ad effettuare una consulenza genetica, mentre il 16% aveva già effettuato una consulenza.