Il progetto fotografico La danza della mente

Nell’ambito della edizione 2010 della Fiera della Parola ad Ivrea, verrà ripresa questa esperienza di valorizzazione delle storie ad evoluzione favorevole, attraverso una testimonianza diretta, di una persona che ha partecipato al Concorso e che, ora, sta per pubblicare, la sua vicenda autobiografica come libro.

Alla testimonianza diretta della signora Lia G. si affiancheranno altre testimonianze, un allestimento fotografico, la lettura di alcuni testi, la presentazione di alcuni libri, gli interventi di alcuni psichiatri che operano nel campo della salute mentale (a Ivrea, a Torino, a Biella) e di chiunque abbia il desiderio di esprimere il proprio punto di vista sul tema della guaribilità/inguaribilità delle patologie psichiatriche.

Il progetto fotografico La danza della mente di Damiano Andreotti, nasce dalla sollecitazione di Patrizia Tempia e Beppe Tibaldi, psicoterapeuti della Fondazione Lomonaco di Biella e curatori del concorso letterario nazionale Storie di Guarigione, in cui più di 600 persone da tutta Italia hanno offerto una testimonianza scritta dei propri percorsi: racconti di vite spezzate da lunghi momenti di buio della mente, di lotta tra il desiderio di abbandonarsi alla propria psicosi e la volontà di uscire dall’isolamento e trovare un posto nella società.

“Per realizzare La danza della mente ho cambiato modo di creare, avevo così chiaro in testa quello che volevo, da essere sufficiente un solo scatto, buona la prima”. Così dice Damiano, e la forza che emana dalle sue immagini lo conferma. Per spiegare ciò che per lo più non ha spiegazione, per sintetizzare in poche istantanee un tema così complesso, ha voluto e dovuto confrontarsi con la fragilità di queste persone. Dall’incontro con pazienti e operatori delle strutture che trattano patologie psichiatriche sul territorio biellese, ha cercato di capire come un individuo possa improvvisamente trovarsi catapultato in una dimensione di terrore, disperazione, inadeguatezza, a causa di un trauma o di una sensibilità violata.